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Shareholder vs Stakeholder: due visioni a confronto

03/10/25
Esker Italia

Shareholder vs Stakeholder: due visioni a confronto

Quando si parla di impresa, il concetto di successo assume sfumature diverse a seconda di chi lo guarda. Gli azionisti, o shareholder, misurano il valore di un'azienda in base al prezzo delle azioni e ai dividendi. Per loro, l’obiettivo è chiaro: massimizzare il rendimento dell'investimento nel minor tempo possibile. Profitto short term = crescita del valore azionario.

Dall’altro lato, esiste una visione più ampia: quella degli stakeholder, che include chiunque abbia un interesse nell’azienda. Possono essere interni o esterni: dai dipendenti ai fornitori, dalle comunità locali ai clienti. Per loro, il successo di una società non si riduce solo allo stock price, ma dipende da aspetti più complessi come la sostenibilità, l’etica e la qualità del lavoro.

Queste due prospettive hanno generato un dibattito acceso nel mondo del business: stockholder vs stakeholder, due filosofie spesso in conflitto tra loro. Da una parte, gli azionisti spingono per risultati immediati e un alto interesse finanziario. Dall’altra, gli stakeholder cercano un equilibrio tra profitto e corporate social responsibility.

Ma quale visione è quella giusta? E, soprattutto, è ancora possibile ragionare in termini di "scontro" tra le due? Lo stesso R. Edward Freeman, padre della stakeholder theory, sostiene che il futuro delle imprese dipenderà dalla capacità di integrare queste due visioni.

Ma la realtà è davvero così netta? Oppure esiste un nuovo modello capace di unire entrambi i punti di vista?

Prima di rispondere, facciamo chiarezza sulle differenze tra stakeholder e shareholder e su come queste due figure influenzano il modo in cui un'azienda performa nel tempo.

 

Le differenze tra stakeholder e shareholder: due ruoli, due obiettivi

Per comprendere meglio il dibattito stockholder vs stakeholder, bisogna partire dalla loro natura e dai loro interessi.

Gli shareholder (o stockholder) sono coloro che possiedono azioni di un’azienda. Il loro focus è chiaro: ottenere un ritorno sugli investimenti attraverso l’aumento del prezzo delle azioni, il pagamento di dividendi e la crescita del valore dell’impresa nel mercato. In questo scenario, l’interesse principale è di tipo finanziario. Maggiori sono le performance in termini di risultati economici, più gli azionisti vedono il valore dei loro asset aumentare.

Gli stakeholder, invece, sono tutti coloro che hanno un interesse – diretto o indiretto – nelle attività dell’azienda. Possono essere interni o esterni.

  • Gli internal stakeholders includono i dipendenti, i manager e i dirigenti, cioè coloro che lavorano all’interno dell’organizzazione e il cui benessere dipende dalla sua solidità.
  • Gli external stakeholders, invece, comprendono clienti, fornitori, comunità locali, enti regolatori e tutti quei soggetti che possono essere influenzati dalle decisioni aziendali. Per loro, il valore di un’azienda non si misura solo con lo stock price, ma anche con fattori come la sostenibilità, l’etica, la qualità dei prodotti e le condizioni di lavoro.

 

La contrapposizione tra queste due figure si fa evidente quando si parla di orizzonti temporali.

  • Gli azionisti sono focalizzati sul breve termine, premiando strategie che aumentano rapidamente il prezzo delle azioni, anche a costo di tagli ai costi operativi o alla forza lavoro.
  • Gli stakeholder, invece, hanno un approccio più bilanciato: la loro preoccupazione non è solo il risultato immediato, ma anche la capacità dell’azienda di prosperare nel lungo periodo, mantenendo relazioni solide con tutti gli attori coinvolti.

 

Ma è davvero possibile gestire un’impresa accontentando entrambe le parti?

 

L’illusione del conflitto: shareholder e stakeholder sono davvero incompatibili?

Per anni, il dibattito shareholder vs stakeholder è stato presentato come una scelta netta: o massimizzi il profitto per gli azionisti, o crei valore per tutti gli altri. Ma è davvero così?

La realtà è più sfumata di quanto sembri. Un’azienda che si concentra esclusivamente sul financial interest degli azionisti potrebbe ottenere risultati brillanti nel breve termine, ma senza investire nelle persone, nei processi e nella sostenibilità, rischia di compromettere la sua competitività nel lungo periodo. Allo stesso tempo, un’impresa che ignora completamente la necessità di generare profitti difficilmente riuscirà a garantire stabilità economica e crescita.

Anche lo stesso R. Edward Freeman ha ribadito più volte che il successo di un'azienda dipende dalla sua capacità di creare valore sia per gli stakeholder interni che per quelli esterni. In altre parole, gli interessi di azionisti e stakeholder non sono necessariamente in contrasto, ma possono essere allineati in un modello di crescita sostenibile.

Prendiamo l’esempio della corporate social responsibility. Un’azienda che investe in pratiche sostenibili, che migliora le condizioni di lavoro o che punta su prodotti etici non lo fa solo per una questione morale, ma anche per una logica di business. Un’azienda responsabile attrae più clienti, aumenta la fiducia del mercato e, nel lungo periodo, rafforza la sua posizione.

E cosa succede al prezzo delle azioni? Naturalmente, sale.

Quindi, il conflitto tra stakeholder e shareholder è davvero un aut-aut, oppure è solo il risultato di un paradigma superato?

Forse esiste un nuovo modo di vedere le cose, un modello in cui il valore generato non è più a somma zero, ma un gioco in cui tutti possono vincere.

 

Oltre il trade-off: il concetto di Positive Sum Growth

Per troppo tempo, il business è stato visto come un gioco a somma zero: quello che guadagna un shareholder lo perde uno stakeholder, e viceversa. Ma se questa logica fosse superata?

Esker ha introdotto un concetto innovativo: la Positive Sum Growth, un modello di crescita in cui il successo non è determinato da un compromesso tra azionisti e parti interessate, ma dalla creazione di valore condiviso.

L’idea alla base della Positive Sum Growth è che un’azienda può migliorare la sua performance finanziaria senza sacrificare il benessere di nessuno. Come? Investendo in soluzioni che aumentano la produttività, l’efficienza e la trasparenza, creando benefici per tutti gli attori coinvolti.

Facciamo un esempio concreto: se un’azienda implementa tecnologie che semplificano la gestione del credito e dell’amministrazione finanziaria, gli shareholder vedranno un miglioramento nei margini e nella stabilità del flusso di cassa. Allo stesso tempo, gli stakeholder (come i dipendenti del reparto finance) beneficeranno di processi più fluidi e meno stressanti, i fornitori saranno pagati più velocemente e i clienti avranno una migliore esperienza.

In questo scenario, non c’è più un'ottica di stockholder vs stakeholder, ma una crescita che avvantaggia entrambe le parti.

E il mercato sta già premiando questo approccio. Sempre più investitori stanno valutando le aziende in base ai criteri ESG (Environmental, Social, Governance), dimostrando che la corporate social responsibility non è solo un costo, ma un driver di crescita sostenibile.

Quindi, invece di chiedersi se vinceranno gli azionisti o gli stakeholder, forse la vera domanda è: quali aziende saranno in grado di adottare un modello di crescita che li faccia prosperare entrambi?

 

Un nuovo paradigma per il futuro delle imprese

Fino a pochi anni fa, il dibattito stockholder vs stakeholder sembrava una battaglia senza soluzione: massimizzare lo share price o investire nella corporate social responsibility? Privilegiare il ritorno finanziario degli azionisti o costruire un valore duraturo per tutti gli stakeholders?

I più grandi investitori istituzionali del mondo – da BlackRock a Vanguard – non guardano più solo ai rendimenti nello short term, ma premiano le aziende che adottano strategie sostenibili e responsabili. I criteri ESG sono diventati un fattore chiave nella valutazione di un'azienda, dimostrando che il valore non si misura solo con lo stock price, ma anche con la capacità di costruire un ecosistema solido e resiliente.

Ed è proprio qui che entra in gioco Esker.

La Positive Sum Growth non è solo un concetto astratto: è la filosofia con cui Esker sta ridefinendo il modo in cui le aziende gestiscono i loro processi finanziari. Un modello in cui la crescita non si basa su un compromesso tra azionisti e stakeholder, ma su soluzioni che creano valore per entrambi.

Quando un’azienda investe nell’automazione dei processi finanziari con Esker, il vantaggio è duplice.

  • Gli shareholder vedono migliorare i margini operativi e la stabilità del flusso di cassa.
  • Gli stakeholder, invece, beneficiano di processi più efficienti, meno errori, pagamenti puntuali e un ambiente di lavoro più produttivo.

 

I leader del settore finanziario hanno oggi una scelta chiara: continuare a giocare secondo vecchie logiche di puro profitto short term, oppure abbracciare una visione più lungimirante, in cui la crescita è costruita su fondamenta solide, sostenibili e condivise.

La Positive Sum Growth non è solo un concetto: è il nuovo standard per le imprese che vogliono rimanere competitive. E il mercato sta già premiando chi lo ha capito.

 

 

Shareholder e Stakeholder - Domande frequenti

Qual è la differenza tra shareholder e stakeholder?

Gli shareholder (o stockholder) sono gli azionisti di un'azienda e il loro obiettivo principale è ottenere un ritorno sugli investimenti attraverso l’aumento del valore delle azioni e il pagamento dei dividendi. Gli stakeholder, invece, comprendono tutte le parti interessate alle attività dell’impresa, tra cui dipendenti, clienti, fornitori e comunità locali. Mentre gli shareholder hanno un focus finanziario e di breve termine, gli stakeholder valutano l’azienda su aspetti più ampi come la sostenibilità, l’etica e la qualità del lavoro.

Cosa si intende per shareholder?

Uno shareholder è un azionista, ovvero un individuo o un'entità che possiede una quota di un'azienda attraverso le sue azioni. Il loro principale interesse è il rendimento finanziario dell'impresa, che si riflette nell'andamento del prezzo delle azioni e nei dividendi distribuiti. Gli shareholder hanno diritto di voto nelle assemblee societarie e possono influenzare la governance aziendale.

Chi sono gli stockholder?

Il termine "stockholder" è sinonimo di "shareholder" e indica qualsiasi persona o entità che possiede azioni di una società. Gli stockholder hanno un interesse diretto nella performance finanziaria dell’azienda e nelle strategie adottate per massimizzare il valore delle azioni e la distribuzione dei profitti.

Che cosa sono gli stakeholder?

Gli stakeholder sono tutte le persone o le organizzazioni che hanno un interesse nelle attività di un'azienda, anche se non possiedono azioni. Possono essere interni, come dipendenti e dirigenti, oppure esterni, come clienti, fornitori, comunità locali ed enti regolatori. A differenza degli shareholder, gli stakeholder valutano il successo aziendale non solo in termini finanziari, ma anche considerando fattori come la sostenibilità, l'etica e l'impatto sociale.

 


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