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Aumentare l’EBITDA: 5 leve strategiche per il CFO moderno

07/16/25
Esker Italia

Come migliorare l’EBITDA in modo sostenibile? Questo articolo mostra come l’automazione intelligente possa trasformare la gestione finanziaria, ridurre i costi e aumentare la resilienza, andando oltre il semplice taglio delle spese. Ecco come


Aumentare l’EBITDA: 5 leve strategiche per il CFO moderno

In un contesto in cui l’aumento dell’EBITDA (Earnings Before Interest Taxes Depreciation and Amortization) sembra passare sempre dai soliti binari — tagli, congelamento assunzioni, revisione dei fornitori — i CFO più lucidi stanno ricalibrando la propria strategia. Il problema non è solo “fare di più con meno”: è capire dove il margine si perde, e intervenire prima che l’impatto arrivi a bilancio.

Oggi, solo il 39% delle aziende ha visibilità completa sui propri flussi in uscita1, mentre il 62% segnala difficoltà nell’integrare sistemi e processi chiave2. Questo significa che l’EBITDA non si perde tanto nei grandi numeri, ma nei dettagli invisibili: approvazioni lente, customer service in silos, DSO fuori controllo, richieste non tracciate.

Eppure, i margini esistono, se sai dove cercarli. In questo articolo analizziamo 5 leve concrete che l' Office of the CFO può attivare, senza rivoluzioni strutturali, per sbloccare valore nascosto attraverso automazione intelligente, orchestrazione dei flussi e dati in tempo reale.

 

1. Ridurre il tempo medio ciclo-fornitore

Automatizzare l’Accounts Payable per controllare meglio la spesa e migliorare il DPO

Quando l’EBITDA è sotto pressione, la gestione dei flussi in uscita diventa una leva fondamentale. Il ciclo passivo, spesso trascurato, è in realtà uno dei punti in cui si disperde più margine: ritardi nei pagamenti, processi approvativi frammentati, errori manuali. Secondo EY1, meno del 40% delle aziende ha una visione end-to-end dei propri flussi in uscita, e questo significa decisioni prese al buio, con impatti diretti sul cashflow operativo e sulla capacità di negoziazione con i fornitori.

Ridurre il tempo medio ciclo-fornitore non vuol dire solo pagare più velocemente. Vuol dire pagare meglio, al momento giusto e con dati certi. Vuol dire poter analizzare in real time dove finiscono le spese, dove si creano colli di bottiglia, dove si può razionalizzare.

Come? Attraverso tre azioni ad alta leva:

  • Automazione del matching fattura-ordine-ddt con algoritmi AI che gestiscono eccezioni e validazioni in autonomia;
  • Flussi approvativi digitalizzati e personalizzati per importo, categoria merceologica o sede;
  • Dashboard predittive per monitorare scadenze, DPO e impatti sul rendiconto finanziario.

 

Esker, riconosciuta Leader nel primo Gartner® Magic Quadrant™ 2025 per le Accounts Payable Applications, offre una piattaforma che consente al CFO di trasformare l’AP da centro di costo a centro di controllo. Con un impatto diretto su:

  • visibilità delle spese
  • ottimizzazione del capitale circolante
  • miglioramento del rating fornitore e dei termini negoziati.

 

Per un CFO moderno, il controllo dell’uscita è la prima difesa sul margine operativo.

 

2. Accelerare il ciclo attivo e ridurre il DSO

Snellire il customer service per liberare cassa e aumentare la soddisfazione clienti

Un EBITDA in crescita è spesso il risultato di un ciclo attivo che funziona senza attriti. Eppure, molte aziende soffrono ancora colli di bottiglia evitabili: richieste clienti perse tra email, errori nei documenti di spedizione, fatture contestate che bloccano incassi. Il tutto si traduce in DSO fuori controllo, flussi in entrata rallentati e capitale circolante immobilizzato.

Secondo KPMG3, le aziende che investono in automazione intelligente del customer service registrano un incremento del 12% nella puntualità degli incassi e una riduzione del 18% nelle contestazioni fatture. Per il CFO, questo significa più prevedibilità finanziaria e meno sorprese a fine mese.

Tre azioni strategiche per intervenire:

  • Centralizzazione delle richieste clienti (PO, POD, invoice copy, reclami) in un unico portale con gestione automatica via AI;
  • Riconoscimento intelligente dei documenti in entrata (ordini, contratti, resi) per velocizzare i processi Order-to-Cash;
  • Integrazione nativa con i sistemi ERP e CRM, per evitare duplicazioni e garantire coerenza tra processi.

 

Con la piattaforma AI Esker Customer Service, il CFO può trasformare ogni interazione cliente in una leva per il cashflow, migliorando:

  • l’efficienza del team front-office,
  • la collaborazione tra Finance, Logistica e Vendite,
  • l’esperienza cliente, spesso compromessa da silos e tempi di risposta lenti.

 

Più velocità nel ciclo attivo = meno working capital bloccato = più EBITDA reale.

 

3. Orchestrare visibilità e decisioni in tempo reale

Dati finanziari integrati per un controllo proattivo e strategico del margine

Nessun CFO può migliorare l’EBITDA se vede solo una parte del problema. La vera leva oggi non è avere “più dati”, ma poter agire prima che qualcosa impatti il conto economico. Secondo il report KPMG3, solo il 27% dei CFO ha accesso a dati finanziari integrati e aggiornati in tempo reale. Questo significa che decisioni su sconti, pricing, gestione delle scorte o cashflow vengono spesso prese su base storica, non predittiva.

Per uscire da questa logica reattiva, serve un cambiamento profondo: orchestrare tutti i flussi — acquisti, vendite, approvazioni, pagamenti — in un’unica piattaforma, dove ogni dato conta e ogni evento può attivare un’azione intelligente.

Le leve principali:

  • Dashboard centralizzate che incrociano dati da più sistemi (ERP, CRM, BI) per fornire insight finanziari e operativi in tempo reale;
  • Alert automatici su anomalie di flusso (ritardi, incoerenze, margini sotto soglia) per interventi tempestivi;
  • Algoritmi di AI che supportano decisioni su cash allocation, credit scoring e priorità di intervento.

 

Con l’approccio end-to-end promosso da Esker — nominata Sample Vendor nel report Gartner® Hype Cycle™ for Autonomous Accounting, 2024 — il CFO può passare da controllore a stratega, con piena visibilità su:

  • stato di salute dei flussi finanziari dell’azienda,
  • impatto operativo di ogni azione,
  • connessioni tra Finance, Operations e Customer Service.

 

Avere maggiore visibilità finanziaria non significa solo vedere. Significa capire prima, agire meglio, e migliorare l’EBITDA in modo sostenibile.

 

4. Rendere il rischio prevedibile

AI e credit management per anticipare i problemi e proteggere il margine

Ogni euro perso per un credito inesigibile o per un ritardo di pagamento è EBITDA che scompare. Eppure, molte aziende ancora oggi valutano i clienti sulla base di informazioni incomplete o obsolete, agendo troppo tardi quando la situazione è già compromessa.

Secondo Deloitte, il 68% delle aziende ammette che l’analisi del rischio credito è ancora manuale o frammentata, e che spesso non integra segnali comportamentali (es. ritardi nei pagamenti, aumento richieste di copia fattura, ecc.).

In questo contesto, l’AI diventa una risorsa strategica: non per sostituire il giudizio umano, ma per amplificarlo con dati oggettivi, pattern storici e previsioni dinamiche. I vantaggi:

  • Modelli di credit scoring predittivo, basati su dati interni (DSO, comportamento cliente) e fonti esterne (credit bureau, notizie, settore);
  • Segmentazione clienti in tempo reale per personalizzare strategie di follow-up e condizioni di pagamento;
  • Automazione delle attività di sollecito, con messaggi calibrati per urgenza, linguaggio e canale preferito.

 

Esker integra queste funzionalità nella propria suite Accounts Receivable, nominata Leader nel Magic Quadrant™ 2024 di Gartner® per le applicazioni Invoice-to-Cash, offrendo al CFO un cruscotto completo sul capitale circolante attivo. L’obiettivo non è recuperare più tardi, ma:

  • intervenire prima che un cliente diventi problematico,
  • sostenere la relazione commerciale senza compromettere la liquidità,
  • proteggere la qualità degli attivi.

 

In tempi incerti, la prevedibilità vale più della velocità. E oggi è l’intelligenza artificiale — quando ben orchestrata — che può aiutare i CFO ad ottenere una vera e propria automazione finanziaria.

 

EBITDA e oltre: un cambio di mentalità

Automatizzare non solo per tagliare, ma per liberare valore

Ottimizzare l’EBITDA non significa solo una riduzione costi operativi. Significa ripensare il modo in cui le funzioni Finance, Procurement e Customer Service collaborano per generare valore tangibile e sostenibile. Le aziende che stanno adottando piattaforme integrate di automazione non solo migliorano i conti economici, ma diventano più resilienti, attraenti per i talenti e preparate per l’impatto ESG.

Per i CFO, questo implica un cambio di posizione:

 

  • Da controllore dei costi a guida per la trasformazione aziendale;
  • Da difensore del margine ad architetto della crescita;
  • Da gestore del presente a stratega del futuro.

 

Oggi, l’EBITDA è solo una delle misure. Ma la capacità di costruirlo in modo intelligente, con processi digitali e interfunzionali, è ciò che distingue le aziende che resistono da quelle che crescono.

È il momento di agire. Automatizzare non è più un’opzione tecnica: è una scelta strategica.

E il CFO deve essere il primo a guidarla.

 


Fonti

  1. How AI is transforming FP&A, Ernst & Young, 2025.
  2. Global Intelligent Automation Survey: Automation with Intelligence – 7th Edition, Deloitte, October 2022.
  3. AI in Finance – Survey Report, KPMG, December 2024.

 

FAQ – EBITDA

Cos’è l’EBITDA?

L’EBITDA (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation, and Amortization) misura il margine operativo lordo escludendo interessi, tasse, deprezzamento e ammortamento. È utile per i CFO perché evidenzia la capacità operativa dell’azienda di generare cassa dalle attività core senza le distorsioni contabili.

Come si calcola l’EBITDA?

L’EBITDA si calcola con due metodi:
- Reddito netto + Interessi + Tasse + Deprezzamento + Ammortamento
- EBIT (risultato operativo) + Deprezzamento + Ammortamento
Permette di isolare la performance operativa, al netto di scelte fiscali o finanziarie.

Perché l’EBITDA è importante per un CFO?

Perché offre una vista chiara sull’efficienza operativa e consente confronti trasversali nel tempo o tra aziende. È una leva strategica per il CFO, soprattutto in ottica di automazione e ottimizzazione dei processi, come approfondito nell’articolo.

Qual è un buon margine EBITDA?

Dipende dal settore, ma in generale un margine EBITDA sopra il 15% è considerato solido. Tuttavia, il CFO dovrebbe agire sulle leve operative per proteggerlo e incrementarlo, evitando inefficienze nascoste.

Quali sono i limiti dell’EBITDA?

Non considera spese in conto capitale (CapEx), variazioni nel capitale circolante o costi finanziari reali. Per questo va affiancato ad altri KPI e a sistemi di controllo per evitare margini solo apparenti.

 

 

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A PROPOSITO DI ESKER

Esker è una multinazionale nata nel 1985 e negli anni ha sviluppato una piattaforma cloud globale che aiuta le aziende a gestire i processi business in modalità digitale. Unica piattaforma cloud che può gestire sia l’automazione del ciclo P2P (supplier management, contract management, procurement, accounts payable, expense management, payment management, sourcing) che O2C (order management, invoice delivery, collection&payment management, claims&deductions, cash allocation, credit management e customer management). Adottiamo tecnologie innovative che ci permettono di integrarci con gli ERP aziendali e in questi anni abbiamo ottenuto riconoscimenti da Gartner, IDC, Ardent Partner e Forrester.

 

 

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