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Scissione dei pagamenti: cosa sapere se vendi alla PA
Se la tua azienda opera con la Pubblica Amministrazione, comprendere il meccanismo dello split payment è essenziale per evitare errori contabili, ritardi negli incassi e sanzioni. In questo articolo analizziamo come funziona la scissione dei pagamenti, quando si applica e cosa comporta in termini operativi e fiscali per chi emette fattura elettronica verso la PA.
In vigore in Italia dal 2015, il regime split payment o scissione dei pagamenti IVA è stato introdotto per contrastare l’evasione fiscale nel comparto delle operazioni verso enti pubblici e soggetti collegati. In base a questo meccanismo, l’IVA esposta in fattura non viene incassata dal fornitore (cedente/prestatore), ma trattenuta e versata direttamente all’Erario dal cessionario/committente, tipicamente una Pubblica Amministrazione.
Questo significa che la fattura con split payment viene incassata solo al netto dell’IVA, modificando radicalmente la gestione del cash flow, soprattutto in contesti ad alta esposizione verso la PA.
La normativa, prorogata più volte dall’Unione Europea, è attualmente in vigore fino al 30 giugno 2026, in virtù della Decisione di esecuzione (UE) 2023/1552 del 27 luglio 2023, che conferma quanto stabilito dalla precedente Decisione (UE) 2020/1105 del 24 luglio 2020.
Nell’articolo vedremo:
- Split payment: come funziona in dettaglio
- Chi è soggetto alla scissione dei pagamenti
- Le regole per emissione e registrazione della fattura elettronica con split payment
- Le sanzioni previste per errori o omissioni
- Come automatizzare la gestione del ciclo attivo per evitare rischi e inefficienze
Split payment: come funziona e cosa prevede la normativa
La scissione dei pagamenti (o split payment) è regolata dall’art. 17-ter del DPR 633/1972 e prevede che l’IVA non venga incassata dal fornitore, ma versata direttamente all’Erario dal cliente pubblico.
Il fornitore:
- emette una fattura elettronica con split payment, indicando l’IVA;
- incassa solo l’imponibile, mentre l’IVA è trattenuta dalla PA.
La PA o società obbligata:
- versa l’IVA con modello F24 entro il 16 del mese successivo;
- in ambito istituzionale, usa il modello F24 “Enti pubblici”.
Diversamente dal reverse charge, qui l’IVA è presente in fattura ma non viene percepita dal cedente/prestatore.
La fattura deve riportare l’annotazione: “scissione dei pagamenti – art. 17-ter DPR 633/72”.
Split payment esempio pratico:
- Totale fattura €1.220 (di cui €220 IVA)
- Incasso effettivo: €1.000
- IVA versata all’Erario: €220
Split payment: quando si applica e a chi
Il regime split payment si applica alle operazioni effettuate nei confronti di determinati soggetti pubblici e società partecipate. L’elenco aggiornato è disponibile sul sito del Dipartimento delle Finanze e fa riferimento all’art. 17-ter del DPR 633/1972.
Sono soggetti allo split payment:
- Pubbliche Amministrazioni obbligate alla fattura elettronica;
- Società controllate direttamente dallo Stato o da enti pubblici;
- Società partecipate per una percentuale complessiva del capitale non inferiore al 70%;
- Alcune società quotate inserite nell’indice FTSE MIB.
Non si applica a:
- prestazioni di servizi effettuate da professionisti soggetti a ritenuta (art. 25, DPR 600/1973);
- operazioni escluse espressamente dal decreto Dignità (L. 96/2018).
La verifica sull’obbligo di applicare lo split payment spetta al fornitore, che deve controllare se il cliente rientra tra i soggetti obbligati.
Fattura elettronica con split payment: emissione e registrazione contabile
Quando si applica la scissione dei pagamenti, il fornitore deve emettere una fattura elettronica secondo il tracciato FatturaPA, riportando l’annotazione obbligatoria “split payment – art. 17-ter DPR 633/72” e utilizzando il corretto codice IVA split payment.
La fattura va registrata nel registro delle vendite, ma l’IVA non viene incassata. Sarà il cliente – PA o società soggetta – a versarla direttamente all’Erario, secondo due modalità:
- modello F24 “Enti pubblici”, per soggetti in ambito istituzionale;
- oppure, per attività commerciali, tramite F24 ordinario o con registrazione secondo gli articoli 23-25 del DPR 633/72.
Questo meccanismo influisce sul cash flow e aumenta la complessità operativa. Per questo, molte aziende scelgono di automatizzare la gestione delle fatture soggette a split payment, integrando la verifica del cliente, l’applicazione del regime e la registrazione contabile in un unico flusso digitale.
Split payment PA: sanzioni per errori e rischi da evitare
Il mancato rispetto degli obblighi previsti dal regime split payment può comportare conseguenze significative, in particolare per i soggetti tenuti al versamento dell’IVA all’Erario, come le Pubbliche Amministrazioni e le società obbligate.
L’omesso o ritardato versamento dell’IVA comporta una sanzione pari al 30% dell’imposta dovuta, come previsto dall’art. 13 del D.lgs. 471/1997. Tuttavia, è possibile accedere all’istituto del ravvedimento operoso, riducendo l’importo sanzionatorio in base alla tempestività della regolarizzazione.
Anche errori formali, come la mancata indicazione della dicitura “scissione dei pagamenti” o l’utilizzo errato del codice IVA, possono generare contestazioni o ritardi nei pagamenti, con impatti negativi sul ciclo attivo e sulla riconciliazione contabile.
Per questo motivo è fondamentale adottare sistemi che permettano di:
- identificare correttamente i clienti soggetti a split payment;
- automatizzare l’inserimento delle annotazioni obbligatorie;
- monitorare lo stato del versamento IVA da parte dei clienti pubblici.
La compliance normativa, specie in ambito PA, non può essere lasciata al caso.
Gestione dello split payment: come migliorare il processo I2C con Esker
Lo split payment rappresenta una delle tante complessità operative che i team finance devono affrontare nella gestione della fatturazione verso la Pubblica Amministrazione. Sebbene non sia un processo da automatizzare in sé, è parte integrante di un ecosistema più ampio che richiede controllo, coerenza e tracciabilità.
In questo scenario, la Esker Invoice to Cash Suite consente di gestire l’intero ciclo attivo in modo fluido ed efficiente – dalla consegna delle fatture elettroniche alla riconciliazione dei pagamenti, fino al credit management e alla gestione degli incassi. Il tutto con un’interfaccia unificata, integrabile con qualsiasi ERP e progettata per offrire:
- visibilità end-to-end sul processo invoice-to-cash;
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Split Payment - Domande frequenti
Cos'è lo split payment?
Lo split payment, o scissione dei pagamenti, è un meccanismo previsto dall’art. 17-ter del DPR 633/1972, secondo cui l’IVA indicata in fattura non viene incassata dal fornitore, ma versata direttamente all’Erario dal cliente, tipicamente una Pubblica Amministrazione.
Quando si applica lo split payment?
Lo split payment si applica alle operazioni effettuate nei confronti di Pubbliche Amministrazioni, società controllate o partecipate da enti pubblici e società quotate inserite nell’indice FTSE MIB. Sono escluse le prestazioni di servizi rese da professionisti soggetti a ritenuta d’acconto e le operazioni soggette a reverse charge.
Come si emette una fattura con split payment?
La fattura elettronica con split payment deve indicare l’IVA (pur non essendo incassata dal fornitore), riportare l’annotazione: “Operazione soggetta a split payment – art. 17-ter DPR 633/1972” e utilizzare il corretto codice IVA split payment nel tracciato XML.
Qual è un esempio pratico di split payment?
Supponiamo una fattura di €1.000 + IVA 22% (€220). Il fornitore incassa solo €1.000, mentre l’ente pubblico versa €220 direttamente all’Erario.
Quali sono le sanzioni per errori nello split payment?
Il fornitore che non indica correttamente lo split payment in fattura può incorrere in sanzioni da €1.000 a €8.000. La PA che omette o ritarda il versamento dell’IVA è soggetta a una sanzione pari al 30% dell’imposta non versata.
A PROPOSITO DI ESKER
Esker è una multinazionale nata nel 1985 e negli anni ha sviluppato una piattaforma cloud globale che aiuta le aziende a gestire i processi business in modalità digitale. Unica piattaforma cloud che può gestire sia l’automazione del ciclo P2P (supplier management, contract management, procurement, accounts payable, expense management, payment management, sourcing) che O2C (order management, invoice delivery, collection&payment management, claims&deductions, cash allocation, credit management e customer management). Adottiamo tecnologie innovative che ci permettono di integrarci con gli ERP aziendali e in questi anni abbiamo ottenuto riconoscimenti da Gartner, IDC, Ardent Partner e Forrester.
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